A.C.A.B. è l’acronimo di “All Cops Are Bastards” (Tutti i poliziotti sono bastardi), un termine dispregiativo utilizzato da chi accusa le forze dell’ordine di brutalità e servilismo verso il Potere.
La sigla nasce in Inghilterra tra gli anni ‘60 e i ‘70 in un contesto di forte protesta e malessere sociale: ACAB è il titolo di una canzone dei The 4-Skins, band simbolo degli skinhead.
Gli skinhead erano giovani appartenenti al sottoproletariato, caratterizzati da un forte rifiuto e astio verso lo Stato e la Polizia, che reprimeva e soffocava violentemente ogni protesta.
L’odio verso le forze dell’ordine era sentimento condiviso dagli hooligans, le violente tifoserie inglesi, così la canzone divenne molto popolare negli stadi.
Fu proprio il calcio a diffondere la notorietà dell’acronimo, che venne velocemente adottata prima dagli ultras europei e poi dai gruppi antagonisti internazionali.
Tra gli anni ‘80 ei ‘90 il Governo inglese intraprese un decisa e dura lotta contro gli hooligans e le violenze legate al calcio, tuttavia, anche se questi gruppi vennero molto ridimensionati, i movimenti di contestazione politica rimangono ancora oggi molto presenti.
Oggi ACAB viene scritto sui muri o tatuato sulla pelle da chi disprezza la polizia e, in senso più generale, il potere delle istituzioni dello Stato. Paradossalmente questo sentimento di odio unisce le frange antagoniste anarchiche, estrema sinistra ed i gruppi nazionalisti o di estrema destra. I giovani spesso utilizzano ACAB per mostrarsi ribelli o alternativi.
In alcuni casi si trova scritto ACAB 1312, si tratta sempre della stessa parola scritta utilizzando il numero delle lettere nell’alfabeto (1 = A, 3 = C, 1 = A, 2 = B).
Curiosità sul termine A.C.A.B.
Tra i giovanissimi si è diffuso anche il termine AKAB, che vuol dire semplicemente “All Kebab Are Buoni”. L’acronimo è stato inventato dalla popolare gamer LaSabri per definirsi alternativa, ma in modo più leggero e ironico.
Acab il film
ACAB – All Cops Are Bastards è il titolo di un film di Stefano Sollima del 2012.
Attraverso le loro vicende umane e professionali, viene mostrata la complessità e le zone d’ombra della vita di un gruppo di agenti antisommossa della Polizia di Roma.