La stufa a pellet è una tipologia di stufa che nasce dall’esigenza di risolvere i problemi di combustione legati all’utilizzo della legna, creando così una valida ed efficiente alternativa per il riscaldamento domestico. L’esigenza è, infatti, quella di avere un combustibile solido che possa fornire il giusto calore, che si possa alimentare in continuo, con il giusto apporto di aria necessaria a tenere viva la fiamma e dalle dimensioni ridotte. I primi progetti risalgono agli anni ’30, ma non raggiunsero il mercato generale, per la complessità dei meccanismi di utilizzo per quei tempi e per l’assenza di attenzione all’impatto ecologico. Con la crisi del petrolio del ’73, si crea la giusta occasione per portare a conoscenza il mercato di questa tipologia di stufe. La stufa a pellet brucia legna sminuzzata di recupero, scarti di produzione agricola riciclati al 100%, che noi troviamo in commercio, appunto, sotto forma di piccoli cilindri dal tipico colore della segatura. Oltre ad una maggior praticità di ricarica, rispetto alle classiche stufe a legna, le stufe a pellet inquinano molto meno. I livelli di CO2immessi nell’ambiente sono molto contenuti. Come ogni altro elettrodomestico, necessita di un collegamento alla rete elettrica per poter funzionare.
In commercio ci sono stufe a pellet rivestite di acciaio o ricoperte in ceramica. Le prime possono raggiungere alte temperature, ma si raffreddano in fretta. Quelle in ceramica non scottano ma possono trattenere il calore più a lungo. È possibile trovare anche stufe a pellet per riscaldare direttamente l’acqua dei termosifoni. Altri modelli ancora possono essere multicombustibile. Possono bruciare, infatti, pellet come mais, gusci di noci o mandorle, legna.
Funzionamento nel dettaglio
La stufa a pellet si compone di un serbatoio per la raccolta del combustibile (di solito con carica dall’alto e con capienza variabile dai 15 ai 60 o più kg a seconda dei modelli), un focolare con braciere, un display per l’accensione e la regolazione delle funzioni e da una camera contenente i meccanismi e l’elettronica atti alla combustione.
Quando la stufa viene accesa tramite l’apposito pulsante, la “Vite di Archimede”, o coclea o vite infinita, che fa da tramite tra il serbatoio ed il braciere, trascina il pellet verso quest’ultimo. Questa vite ha anche il compito di richiamare il pellet nel bruciatore e dosarlo nella giusta quantità a seconda delle impostazioni che diamo alla stufa. A questo punto una resistenza elettrica rende incandescente il pellet, che poi si infiamma.
Il calore prodotto viene diffuso nell’ambiente circostante in due modi: tramite le apposite ventole ad aria forzata che distribuiscono l’aria calda, sia per convezione naturale. I fumi della combustione vengono spinti all’esterno tramite un apposito tubo. Questo può anche essere convogliato nella canna fumaria, dove esistente. È preferibile un collegamento diretto con l’esterno, ma questa presa d’aria non è strettamente necessaria. Non possono essere installate nelle cucine con ventilatori o aspiratori e nemmeno in ambienti dove ci siano apparecchi a gas di tipo non stagno.
Manutenzione e pulizia
La stufa a pellet necessita di una manutenzione ordinaria: il braciere deve essere pulito prima di accenderla, e il cassetto della cenere, quando presente, va svuotato. Non c’è una frequenza prestabilita, dipende dall’uso che se ne fa. Queste operazioni sono comunque molto semplici. Una volta l’anno, poi, prima della stagione fredda, va eseguita una pulizia più accurata, che riguarda tubi e filtri, sempre in base a modello e utilizzo. Per questa operazione potrebbe essere necessario l’intervento di personale esperto.